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Contributi alle pmi nel 2022: di cosa si tratta

22
Feb, 2022

In arrivo nuovi contributi alle pmi in questo 2022. A rivelarlo è direttamente il MISE, che vuole incentivare le aziende italiane nella ricerca e nello sviluppo in ambito tecnologico. Vediamo insieme qui di cosa si tratta!

Contributi alle pmi per il 2022: aiuti per la nuova tecnologia

Sono previsti quasi 700 milioni di euro per contributi alle pmi da parte del Governo. L’obiettivo è quello di incentivare le imprese italiane a investire nella tecnologia 4.0. Come detto dallo stesso Ministro per lo Sviluppo Economico Giorgetti, si vogliono istituire nuovi finanziamenti per quelle PMI che abbiano intenzione di investire in determinati ambiti. Trattasi di tecnologia, ambiente e risparmio energetico. Un investimento importante che arriva dritto dritto dal programma UE post pandemia.

Tali contributi per le pmi saranno così dislocate lungo il territorio italiano: 250 milioni per le aziende del centro-nord e ben 428 per il cosiddetto “Mezzogiorno” (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Di queste risorse, una quota pari al 25% è destinata ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese.

Transizione ecologica e tecnologica, come verranno usati i contributi alle pmi

Sempre secondo quanto comunicato dal Ministero stesso, il contributo singolo alle pmi non potrà andare oltre i 3 milioni di euro per ogni singolo progetto di sviluppo. Uno sviluppo sia ecologico che tecnologico, atto a modernizzare le nostre aziende in termini ambientali e di risparmio energetico. Tutti temi, questi, di strettissima attualità e sotto la lente dell’UE, che vuole drasticamente diminuire i costi legati all’energia.

Questi contributi, destinati per la tecnologia 4.0 serviranno ad aiutare tale transizione digitale, mediante l’utilizzo di tecnologie e strumentazioni all’avanguardia per le aziende italiane che non possono rimanere troppo indietro rispetto alla concorrenza globale. Si guarderà inoltre con attenzione particolare anche a quelle aziende che proporranno un progetto di “economia circolare”. Queste infatti le condizioni da seguire per ottenere le agevolazioni fiscali:

  • Non aver effettuato un dislocamento delle filiali dell’azienda al di fuori dei confini dello Spazio Economico Europeo (SEE);
  • Portare a termine l’investimento fino ai 2 anni successivi all’ottenimento del contributo.

 

Tale decreto, attualmente, non è ancora stato emanato in via ufficiale (ma manca poco), visto che occorre ancora l’approvazione da parte della Corte dei Conti. Non appena sarà ufficiale, tutte le PMI che lo vorranno potranno fare domanda, ma sulle modalità esatte si dovrà attendere ancora il via libera definitivo del Governo.

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